Il presidente statunitense Barack Obama ha annunciato lunedì 6 dicembre un accordo di compromesso per estendere di 24 mesi i tagli alle tasse decisi dal suo predecessore, George Bush. In questo modo Obama cede terreno al partito repubblicano, vincitore delle elezioni del Congresso il mese scorso. Infatti la misura riguarda non solo le tasse per la classe media ma anche per la popolazione più ricca. Obama ha anche ceduto alle domande dei repubblicani sulla tassa immobiliare federale, acconsentendo a porre il tetto al 35% con un livello di esenzione individuale a 5 milioni di dollari.
Nonostante avesse discusso con i rappresentanti del suo partito prima di adottare queste misure, fra i democratici il consenso non è unanime. La delusione per il comportamento del presidente è tangibile.
Il piano dovrebbe estendere i benefici fiscali su dividendi e capital gains e prevede anche una riduzione del 2% delle imposte sui salari dei dipendenti, oltre a un anno supplementare di copertura assistenziale per i disoccupati.
Il presidente si è difeso dicendo di dover fare delle concessioni perché c’è urgente bisogno di un accordo che impedisca l’aumento della pressione fiscale sulla classe media dopo il 31 dicembre, quando scadranno tutti le agevolazioni fiscali dell’era Bush.
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