Sarkozy condannato

L’ex presidente francese Sarkozy è stato riconosciuto colpevole di corruzione in base alle intercettazioni telefoniche acquisite. Stando a quanto referito dalla presidente del Tribunale Christine Mée, i giudici lo hanno condannato a 3 anni di prigione, di cui due sospesi con la condizionale “per le serie prove” che sostengono la tesi secondo cui l’ex presidente francese  abbia svolto consapevolmente nel 2014 un ruolo attivo nel forgiare un “patto di corruzione” con il suo avvocato Thierry Herzog e il magistrato Gilbert Azibert.  

Secondo l’accusa, Sarkozy mirava ad ottenere informazioni ricoperte da segreto istruttorio in merito a un’indagine sulla donazione politica ricevuta da Liliane Bettencourt, principale azionista di L’Oréal, dando incarico al suo avvocato di offrire in cambio al magistrato un comodo lavoro in Costa Azzurra e promettendo una carriera prestigiosa. Sarkozy avrebbe accettato pagamenti illeciti dall’ereditiera di L’Oréal.

Nel settembre 2013, gli investigatori hanno cominciato a monitorare le comunicazioni di Sarkozy in forza di una indagine aperta sulla base di affermazioni che sostenevano che Sarkozy avesse ricevuto una donazione illegale e non dichiarata di 50 milioni di euro da Muammar Gheddafi, il dittatore libico, per finanziare la sua campagna presidenziale del 2007. Ciò che è stato sentito dalle conversazioni registrate ha indirizzato le autorità in una nuova direzione. L’ex presidente e il suo avvocato stavano utilizzando telefoni cellulari registrati con nomi falsi per comunicare in segreto. Le ulteriori indagini hanno ripreso conversazioni che suggerivano la richiesta di informazioni sul caso Bettencourt al magistrato della Corte di Cassazione.

Sarkozy, che aveva ripetutamente dichiarato la sua innocenza e respinto le accuse come un “insulto alla sua intelligenza”, ha annunciato che farà appello insieme al suo avvocato. Le conversazioni registrate in segreto tra un avvocato e il suo cliente non possono essere usate come prove. L’appello basato sulle prove illecite potrebbe richiedere anni, ma se non avrà successo, Sarkozy potrebbe scontare un anno agli arresti domiciliari indossando un braccialetto elettronico.

È il primo presidente francese a dover comparire in tribunale e ricevere una pena detentiva. L’unico precedente è stato il processo contro Jacques Chirac, che nel 2011 ha avuto una sospensione della pena per una condanna quando era sindaco di Parigi. In tribunale è calato un silenzio sbalorditivo durante la lettura del verdetto. Una condanna inaspettata e storica di un ex capo di Stato.

La sentenza pronunciata ieri, probabilmente metterà fine alla voglia di Sarkozy di tornare in politica per le elezioni presidenziali del prossimo anno, anche se non gli è stato vietato di ricoprire cariche pubbliche. Il Partito Les Républicains, aveva già avuto difficolta nella corsa presidenziale del 2017 a trovare un candidato credibile dopo lo scandalo dell’ex primo ministro di Sarkozy, François Fillon, aprendo la strada della vittoria a Emmanuel Macron.

I sostenitori dell’ex presidente hanno accusato i giudici francesi di farne un obiettivo per una crociata legale della sinistra. Sarkozy ha servito un mandato di cinque anni come presidente della Repubblica francese adottando dure politiche anti-immigrazione e cercando di riformare l’economia francese durante la crisi finanziaria globale. Era criticato per il suo stile di leadership troppo sfacciato, guidato dalle celebrità. Dopo aver perso nel 2012 contro il socialista François Hollande è stato preso di mira da diverse indagini penali. Ma fino ad oggi è risultato sempre pulito.

La maggior parte degli esponenti della destra francese hanno evitato attacchi frontali alla giustizia per non danneggiare l’immagine del partito. Quelli che sognano un nuovo destino presidenziale per Sarkozy hanno espresso un grande stupore e hanno affermato che “il caso si basa sul nulla”. Il presidente del gruppo parlamentare del partito LR, Damien Abad, ha espresso ancora una volta amicizia e tutto il suo sostegno affinché Sarkozy possa tornare in tempo alla vita pubblica per le prossime presidenziali.

Anche la sinistra francese è rimasta cauta nel rilasciare commenti su questo caso.